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U pitirri (Storia, ricetta e preparazione) ovviamente di Cammarata e San Giovanni Gemini




Avete mai sentito nominare "Pitirri"? Si tratta di una pietanza diffusa soprattutto nell’entroterra Siciliano, tra la provincia di Agrigento e Caltanissetta, che racchiude il “ Parco dei Monti Sicani”, dove si produce la ottima ricotta di alta qualità di Cammarata e San Giovanni Gemini per intenderci e tantissimi altri formaggi e carni d’eccellenza che non tutti in Italia conoscono.

Cosa è? U pitirri sembra un po’ la polenta, ma da lontano, la base è una preparazione di farina di semola di grano duro e il finocchietto selvatico (che si trova direttamente sul posto almeno due volte l’anno) che venivano buttati in abbondante acqua e sale. E tutto questo non viene altro che “arriminato” mescolato fino a cottura ultimata, ma ci arriviamo dopo alla ricetta vera e propria.


La storia Degli Antropologi sulla cucina siciliana scrivono che, trattandosi di una minestra povera si rifà alla tradizione del farro di retaggio romano. Si dice che probabilmente è stato importato dall’Africa proprio in quell'epoca. È una semola, come il cous cous, ma diversamente da esso è cotta insieme al condimento proprio dalla tradizione di tipo arabo.


Dove si può provare? Forse l’unica occasione per provare questa delizia è il presepe di Cammarata, (non ne siamo sicuri ma quella è buona) ma almeno qui da noi si trova per il periodo Natalizio.

Più informazioni sul presepe che consigliamo di visitare… https://www.unamontagnadieccellenze.com/presepe-vivente-cammarata



Andiamo alla ricetta…


Gli ingredienti per 8 persone 1 kg di farina di semola di grano duro acqua 5 uova sale q.b. finocchietto selvatico ( deve esserci verdura a scelta (se si vuole) Olio e spezie a fine cottura


Come si fà Iniziate impastando la farina e le uova (una alla volta), così da formare dei grossi grumi. Dopo aver impastato il tutto passatelo da un setaccio grossolano in modo da ottenere dei granelli di pasta più piccoli e farlo cadere in un panno pulito. Appena il finocchietto che è stato messo a bollire prima (perché ci vuole almeno un’ora di tempo) sarà già ben cotto e tagliato finemente si potrà inserire man mano l’impasto setacciato. La maestria sta tutta nell’arrivare alla giusta consistenza, rimestando di continuo con un cucchiaione di legno stando attenti a non formare grumi. Una volta pronto, potete servirlo più liquido tipo zuppa o continuare a cuocerlo in modo che sia più denso. Prima di servirlo si ci può aggiungere un filo d’olio di quello buono ovviamente d’oliva e una spolverata di pepe che ci sta sempre bene. Se poi rimane qualcosa, l’impasto diventerà duro e si potrà modellare un po’ per poi tagliarlo magari a rettangoli e friggerlo, è un’ottima alternativa per un secondo piatto gustoso.

Buon appetito

Testo: unamontagnadieccellenze.com



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